il sindaco di Roma chiede allo stato 30 milioni di euro per i rom

Si è dichiarato sorpreso il ministro dell’Interno Roberto Maroni per la richiesta fatta dal sindaco di Roma, Alemanno, di altri 30 milioni di euro per l’emergenza Rom. Alemanno, insieme al prefetto Pecoraro, hanno scritto una lettera al ministero dell’interno dopo la morte dei 4 bambini Rom all’interno di un campo nomadi abusivo.

I 4 bambini, che avevano una età fra i 4 e gli 11 anni erano stati lasciati soli, di notte, sia dai genitori che dalla zia, mentre dormivano. All’interno della baracca in cui vivevano c’era un braciere con il fuoco acceso. Probabilmente, uno dei bimbi, alzatosi perchè spaventato dall’assenza dei genitori, lo ha urtato facendolo cadere e innescando così l’incendio.

I genitori, che erano andati a comperare del cibo, non sono stati accusati di abbandono di minore.

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Quest’anno, per affrontare l’emergenza nomadi il ministero dell’interno ha versato 60 milioni destinati alle regioni Lombardia, Lazio, Campania Veneto e Piemonte. 20 milioni di euro sono stati destinati alla sola regione Lazio cui sono stati stanziati anche altri 12 milioni di euro divisi fra il comune di Roma e a Regione Lazio.

Sono state parecchie le reazioni politiche che hanno seguito la morte dei 4 bambini. Il presidnete dela Repubblica Napolitano ha ricevuto i genitori dei 4 piccoli mentre Tiziana Maiolo,ora portavoce del FLI di Milano, durante una intervista a Radio 24 che “Il Presidente Napolitano ha sbagliato perchè ha parlato senza cognizione di causa: ha detto che devono avere una casa e perchè gli italiani no? Quelli ci odiano e ci vedono solo come possibilità per sfruttarci o rubarci qualcosa e noi gli diamo la casa: ma l’italiano che non ha una casa cosa dovrebbe dire?”

Altri personaggi della politica hanno preferito non prendere posizione nella questione, alcune dichiarando che  non credono nella opportunità di utilizzare politicamente la morte di 4 bambini per ottenere altri finanziamenti, altri ancora si sono dichiarate imbarazzate tanto è palese quest’uso politico.