In Egitto i manifestanti si scontrano con i sostenitori del governo.

E’ il day after. Ieri sera Hosni Mubarak ha annunciato pubblicamente, su “fermo consiglio” del presidente Usa Barack Obama, di non volersi ricandidare per le elezioni del prossimo settembre, rinunciando de facto alla poltrona di Capo di Stato dopo un trentennio pressocchè ininterrotto di governo. Disgraziatamente, pare che la transizione non sarà delle più pacifiche e serene.

Stamane, nonostante i ripetuti inviti da parte dell’esercito a disperdersi, i manifestanti hanno pernottato nelle piazze occupate. Alle prime ore del mattino gli scontri: i sostenitori di Mubarak, armati secondo Al Jazeera di oggetti contundenti, hanno cercato il contatto con l’opposta fazione. Diversi i feriti, la violenza cresce.

E’ stato intanto chiuso il Parlamento, in attesa che la Suprema Corte si pronunci sul ricorso di alcuni candidati non eletti alle scorse elezioni. L’alba di un nuovo giorno è ancora lontana, per la millenaria terra dei Faraoni.