Allattamento al seno: prima, durante, dopo

Ostetriche, ginecologi, esperti vari, mamme, nonne, suocere, amiche…chi più ne ha, più ne metta: tutti pronti a darci consigli su come e quando portare avanti l’allattamento al seno del nostro bimbetto in arrivo!! Ma alla fine, per esperienza personale, so che la vera risposta a tutti quesiti la può dare una sola persona, anzi, solo due: la mamma e il suo bambino. Sono loro i protagonisti, loro iniziano, loro decidono in corso d’opera, loro finiscono, quando è giusto che sia così.

Ma per far questo è la mamma in primis che deve avere consapevolezza di ciò che succederà, avere la capacità di capire i segnali che il bimbo manda e soprattutto avere la forza di decidere in piena libertà, senza pressioni esterne, il da farsi giorno per giorno.

Le cose che per me sono state importanti sono queste:

  • Prima della nascita: preparare i capezzoli strapazzandoli un po’, con massaggi anche un po’ rudi, magari con una spugna: il bimbo che succhia ha forza e schiaccerà ben bene il capezzolo sensibilissimo della mamma.
  • 1° mese: è il più difficile… I capezzoli sono ancora molto sensibili dopo la gravidanza e fanno male: poco male se il bimbo è attaccato bene, tanto male in caso contrario. Niente paura mamme! E’ solo una cosa passeggera e ci sono tanti rimedi: lavare bene il capezzolo dopo la poppata, asciugarlo (magari con un phon) prima di…rimetterlo via, coprirlo con qualche pomata oleosa che si trova facilmente in farmacia, tenerlo sollevato dal reggiseno con appositi rialzi in silicone; se proprio non va bene nulla, esistono le tettarelle in silicone. E poi il dolore è solo nel momento iniziale: subito dopo godetevi la gioia di vedere il bimbo che succhia! E non temete di perdere il sonno: il fisico di una mamma sa adattarsi molto bene a tutto!!!
  • 2°-6° mese: fin qui l’allattamento è fortemente consigliato da tutti. Passato il dolore iniziale, ormai siete delle esperte, avete capito i ritmi del bambino e tutto sembra più facile, quando all’improvviso… il bimbo un giorno inizia a piangere, gli date il latte e piange, glielo ridate dopo un po’ e piange ancora; non capite… “Forse il mio latte non gli piace? Ne ho troppo poco, meglio fare un’aggiunta, poverino, o morirà di fame!!” Ridete vero? Ma succede proprio così: e questo purtroppo è spesso il modo per smettere presto di allattare: dare un’aggiunta di latte nel biberon al bambino. No! Quel pianto è l’unico modo che il vostro baby ha per dirvi “Mamma il tuo latte è una bomba, ne berrei anche il doppio perché oggi ho una fame da lupi e domani ne avrò ancor di più, ma qui di latte oggi ce n’è pochino…sto crescendo!” E’ uno scatto di crescita: il bambino già lo sa, se ne accorge e con il pianto lo comunica anche alla mamma. E allora che fare? Semplice: quel giorno e magari anche il giorno dopo attacco il bimbo tante, tante volte finchè anche il mio corpo di mamma capisce e… oplà il gioco è fatto: le mie mammelle iniziano a produrre di più: il bimbo è felice e tutto può ricominciare come prima; fantastica la natura, vero? Ha programmato tutto!
  • 6°-12° mese: il bambino ha iniziato lo svezzamento, i cibi in aggiunta al latte sono sempre di più, ma la poppatina pomeridiana o serale è comunque ben vista e fa un gran bene, soprattutto quando il bimbo è malato e l’unica cosa che sta giù è proprio il latte materno. Spesso qui entra in gioco il ritorno al lavoro della mamma e il momento della poppata è un bel modo per salutarsi e dire “Ti voglio sempre un mondo di bene, anche se ti vedo meno!”
  • Dal 12° mese in poi: qui decide la mamma con il bambino. C’è chi ce la fa nonostante tutto e chi si ferma. Il bambino è sempre felice di stare a coccolarsi sul petto della mamma, ma pian piano deve anche crescere e quindi… Beh, qui care mamme continuate voi: è la vostra storia….!

Per me è stata un’esperienza fantastica, fino al 19° mese della mia bimba, la auguro anche a voi!

Buon latte a tutte!